Canto IV Inferno
Il canto IV comincia con il risveglio di Dante dal suo sonno profondo che viene interrotto da un forte tuono, e il pellegrino si desta come chi viene svegliato bruscamente; Dante volge lo sguardo intorno e alzandosi in piedi guarda con attenzione per capire in quale luogo si trova: capisce di trovarsi sull’orlo della cavità infernale piena di sofferenza che raccoglie il fragore di lamenti senza fine, nel buio e nella nebbia così fitta tanto che per quanto Dante cerca di fissare lo sguardo non riesce a distinguere nulla.
Virgilio parla al suo allievo dicendo che stanno scendendo nel mondo senza luce, egli andrà avanti e Dante lo seguirà lungo il cammino.
Dante però si accorge del pallore nel volto dell’anima del Maestro e gli chiede come lui possa seguirlo se anche la guida prova paura in quel luogo; Virgilio risponde che in realtà il pallore è dato dall’angoscia procurata per quelle anime che si trovano lì e gli dice di continuare a camminare essendo ancora lungo il viaggio.
Detto ciò i due poeti entrano nel primo cerchio dell’Inferno: Dante non ascolta il pianto delle anime, ma continui sospiri che fanno tremare l’aria di quel luogo eterno, dove si trovano numerose ombre di bambini, donne e uomini, che non subiscono i tormenti fisici.
Virgilio spiega a Dante chi sono queste anime: esse non hanno peccato, ma non hanno ricevuto il battesimo, che è la porta della fede cristiana; infatti queste persone sono vissute prima del cristianesimo e non adorano Dio nel modo giusto e tra costoro c’è lo stesso Virgilio. Per tale mancanza queste anime sono perdute e punite in questo luogo vivendo nel perpetuo desiderio senza speranza.
Quando Dante ascolta queste parole ha il cuore colmo di dolore perché scopre quante persone di grande valore si trovano nel Limbo e chiede al suo Maestro se da questo luogo ci fosse mai stato qualcuno che fosse uscito e giunto tra la schiera dei beati, e Virgilio risponde che una volta venne un potente coronato con l’emblema della vittoria: vennero tratti da questo luogo Adamo, primo padre dell’umanità, Abele, Noè e Mosè legislatore; il patriarca Abramo e re Davide, Giacobbe con il padre, i figli e la moglie Rachele e insieme a molti altri vennero resi beati, ma prima di loro nessuno venne salvato.
Mentre Virgilio parla in questo modo il cammino dei due poeti non si ferma, ma attraversano quel luogo affollato di anime. Dopo non molto tempo Dante vede un fuoco che vince un emisfero di tenebre e capisce che in luogo dimorano anime degne di onore e il pellegrino chiede al suo Maestro chi sono coloro che ricevono un tale onore da essere separati dalla condizione degli altri; Virgilio risponde che la loro fama d’onore risuona ancora sul mondo terreno ottenendo dal cielo tale privilegio.
In quel momento Dante ode un voce intenta a lodare Virgilio e vede quattro grandi ombre che avevano un aspetto né triste né lieto. Il Maestro inizia a elencare quelle quattro anime: il primo è l’antico poeta Omero, con la spada in pugno procede come un signore davanti alle altre anime, l’altro che segue è Orazio, il poeta satirico, Ovidio è il terzo e l’ultimo è Lucano. Virgilio si unisce a quella importante compagnia e gli antichi poeti dopo aver parlato fra loro si rivolgono a Dante e gli rendono onore inserendolo nella loro schiera, in modo che egli diviene il sesto fra tanto ingegno.
La compagnia di poeti arriva fino alla luce parlando di cose che Dante non riporta nel testo, dicendo che era bello parlarne in quel momento. I poeti arrivano ai piedi di un nobile castello, sette volte circondato da alte mure e difeso da un bel corso d’acqua: lo attraversano come fosse terra asciutta ed entrano attraverso sette porte giungendo in un campo di tenera erba dove vi sono delle anime dallo sguardo posato e solenne, con grande autorità nell’aspetto. Dante spiega che queste sono le anime degli spiriti magnanimi, tra i quali ci sono Ettore, Enea e Giulio Cesare; Camilla e Pentesilea, il Bruto che cacciò Tarquino, Lucrezia e in disparte il Saladino.
Alzando lo sguardo Dante riconosce la schiera dei filosofi intorno all’anima di Aristotele, al suo fianco Socrate e Platone; continua l’elenco dei filosofi: ci sono Democrito, Talete, Eraclito, Seneca e il famoso commentatore Averroè.
Il canto si conclude con l’allontanarsi degli antichi da Virgilio e Dante, così che i due poeti riprendono il loro cammino lontano da quel luogo di pace, arrivando nel punto dove l’aria trema e si è completamente immersi nel buio.
16 novembre 2013
I canti
I canto inferno
II canto inferno
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Canto IV inferno
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6) La struttura del Purgatorio
8) Le profezie dell'esilio
9) Dante e i papi
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