II canto inferno
Il giorno volge al termine e i due poeti si preparano a svolgere il faticoso viaggio dell’angoscia: Dante chiede aiuto e supporto alla Muse, per far sì che la memoria possa ricordarsi di questa impresa dimostrandone il valore.
Dante però non si sente sicuro di questo cammino e chiede alla sua guida Virgilio di giudicare se la sua virtù sia in grado di affrontare l’arduo viaggio portando alla memoria dell’antico poeta la sua maggiore opera, l’ “Eneide”, nella quale si racconta dell’avventura di Enea durante la sua discesa nell’Ade: Dio fu benevolo con lui perché pensò alle grandi conseguenze che dovevano derivare da questa impresa, come padre della santa Roma e dell’Impero.
Dante porta a Virgilio anche l’esempio di un altro uomo: S. Paolo, pilastro della Fede cristiana, il quale attraversò il Paradiso e secondo una leggenda del Medioevo anche l’Inferno.
Dante, da uomo mortale, chiede alla sua guida come possa un uomo semplice come lui intraprendere questo lungo viaggio: lui non è Enea e nemmeno S. Paolo e non si ritiene degno di questo compito così importante, temendo di rendere folle questo cammino. Dante con questo pensiero riferisce la sua paura di non riuscire a completare questo viaggio, come colui che cambia idea dopo varie riflessioni.
Virgilio, dopo l’esposizione da parte di Dante dei suoi dubbi, risponde al pellegrino chiedendogli se fosse giusto ritenere il suo cuore ricco di viltà, la quale spesso ostacola l’uomo a tal punto da farlo indietreggiare di fronte ad una nobile impresa, come una falsa ombra spaventa un animale.
A questo punto Virgilio rivela a Dante lo scopo di questo suo viaggio, per liberarlo da questo timore che gli logora il cuore: quando l’antico poeta si trovava nel Limbo, insieme alle anime che sono sospese, fu chiamato da una donna santa e bella, tanto che Virgilio la pregò di chiedergli qualsiasi cosa. Gli occhi dell’anima della donna brillavano più di una stella e con tono dolce e pacato iniziò a parlare di Dante all’antico poeta: la donna rivela a Virgilio che l’uomo che l’aveva tanto amata in vita si è smarrito sulla spiaggia deserta ed è ostacolato nel suo cammino, e per la paura provocata dai vari ostacoli ha deciso di tornare indietro; la donna sperava di non essersi mossa dal Paradiso troppo tardi. La bella anima riferisce a Virgilio di andare a salvare Dante e fare tutto ciò che fosse necessario per la sua salvezza. La donna a questo punto si presenta: si tratta dell’anima di Beatrice, che viene dal Paradiso e per Amore si spinse nel luogo dove si trova Virgilio allontanandosi dal Cielo. Beatrice dirà a Virgilio che quando si ritroverà di nuovo davanti a Dio lo loderà per ringraziarlo di questo compito. Dopo aver detto ciò Beatrice tacque.
Virgilio risponde di essere onorato di aver ricevuto questo incarico da una così bella e virtuosa creatura, chiedendo anche il motivo per cui Beatrice non ha temuto di scendere dal Cielo per arrivare nel Limbo.
La donna risponde che lei non ha nessun timore a scendere fra le anime che vivono nel buio per la mancanza della luce divina, e quindi essendo stata resa beata da Dio l’infelicità degli altri non la può colpire. Beatrice spiega che nel Cielo la Vergine si rattristò per gli ostacoli trovati da Dante nella sua impresa e chiamò S. Lucia, santa alla quale il pellegrino era devoto, la quale a sua volta andò da Beatrice domandandole come fosse possibile che lei non sentisse l’angoscia e la paura di colui che l’amò. Beatrice a quelle parole non esitò ad allontanarsi dal Cielo per scendere nel Limbo ponendo fiducia in Virgilio. La donna dopo aver dato questa risposta rivolse gli occhi che brillavano per le lacrime e questo spronò ancora di più Virgilio ad aiutare Dante.
Dopo aver raccontato tutto ciò l’antico poeta chiede a Dante il perché ancora dei suoi dubbi e perché ancora è fermo e gli mancano coraggio e sicurezza: tre donne benedette lo proteggono dal Paradiso e le parole fino adesso dette devono allontanargli la paura nel cuore.
A queste parole Dante si sente rincuorato e sente crescere l’ardore nel suo animo per questa impresa rivelando a Virgilio di sentire il desiderio di affrontare questo viaggio e di procedere nel cammino, nel quale Virgilio sarà sua guida, suo signore e suo maestro. Non appena disse questo i due poeti continuarono per questo viaggio arduo e selvaggio.
6 novembre 2013
I canti
I canto inferno
II canto
Canto III
Canto IV
Canto V
Canto VI
Canto VII
Canto VIII
Canto IX
Canto X
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Approfondimenti:
1) Le figure femminili nella Divina Commedia
2) Divina Commedia o Comedìa?
3) L'allegoria delle tre fiere del primo canto dell'Inferno
4) Dante e la politica a Firenze
5) L'ordinamento morale dell'Inferno dantesco
6) La struttura del Purgatorio
8) Le profezie dell'esilio
9) Dante e i papi
10) Beatrice
11) I canti politici
12) Le guide di Dante
Il saggio sui canti della Divina Commedia: