Dante e i papi
Nella “Commedia” la critica contro la Chiesa è molto presente, essendo posta dall’Alighieri allo stesso livello dell’ideologia politica e civile: il canto XIX della prima Cantica rivela la decadenza morale del Trono di Pietro e dei suoi successori.
Nel suddetto canto sono condannati i papi simoniaci (il nome deriva da un episodio degli “Atti degli Apostoli” 8, 9-20 in cui si racconta che un mago della Samaria, Simone cercò di corrompere S.Pietro per mercificare le cariche ecclesiastiche e i poteri spirituali, e da questo episodio nasce il termine “simoniaco”): i dannati si trovano incastrati all’interno di fenditure e fori tutti uguali dai quali fuoriescono solo le gambe e i piedi delle anime, bruciati continuamente da una fiamma. La polemica contro la corruzione ecclesiastica viene riferita al lettore attraverso una efficace invettiva, usando addirittura richiami biblici e toni apocalittici.
In realtà la mancanza di responsabilità da parte dei papi nei confronti del loro compito di vicari di Cristo viene proposta da Dante anche all’inizio dell’Inferno: nel canto III, seguendo l’ordinamento morale voluto dalla Sapienza divina, si trovano gli ignavi, cioè coloro che nella vita non hanno mai preso una decisione: secondo diversi critici l’anima che nella vita mondana fece “il gran rifiuto” era quella di Celestino V, eletto papa nel 1294 e che abdicò dopo cinque mesi in favore di Pietro Caetani, il futuro papa Bonifacio VIII.
Tra il poeta fiorentino e il pontefice Bonifacio non ci furono buoni rapporti: questo papa viene ricordato come colui che nel 1300 proclamò il primo Giubileo della storia, ma Dante lo ricorda come colui che fece decadere le speranze di una riforma all’intero della Chiesa e come il fautore delle nuove divisione fra le fazioni politiche dell’epoca.
Nel canto dei simoniaci Dante cita quest’ultimo pontefice, ma non lo inserisce direttamente come dannato infernale (infatti si ricorda che il racconto del viaggio è ambientato precedentemente rispetto alla sua scrittura e nel 1300 Bonifacio VIII è ancora vivo e morirà nel 1303), ma il suo nome riecheggia dalle parole del papa dannato Niccolò III: all’arrivo di Dante nel luogo dove sono conficcati questi peccatori il Poeta viene scambiato da Niccolò per il collega Bonifacio.
In questo modo Dante rivela al lettore la “profezia” dell’eterna condanna nel regno del Male per Bonifacio VIII: con la semplice nomina del peccatore simoniaco il Poeta dimostra la sua grandezza di intelletto e di creatività, rimanendo fedele al momento storico del viaggio nell’Inferno e alle sue idee riguardo i personaggi dell’epoca.
28 ottobre 2013
I canti
I canto inferno
II canto
Canto III
Canto IV
Canto V
Canto VI
Canto VII
Canto VIII
Canto IX
Canto X
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Approfondimenti:
1) Le figure femminili nella Divina Commedia
2) Divina Commedia o Comedìa?
3) L'allegoria delle tre fiere del primo canto dell'Inferno
4) Dante e la politica a Firenze
5) L'ordinamento morale dell'Inferno dantesco
6) La struttura del Purgatorio
8) Le profezie dell'esilio
9) Dante e i papi
10) Beatrice
11) I canti politici
12) Le guide di Dante
Il saggio sui canti della Divina Commedia: